Benessere del sistema venoso.
Cos’è, come funziona, consigli per mantenere efficiente e in salute il sistema venoso
Benessere del sistema venoso.
Cos’è, come funziona, consigli per mantenere efficiente e in salute il sistema venoso
Sistema venoso:
cos’è e come funziona
Indicazioni utili per la salute delle nostre vene
Il sistema venoso è l’insieme di vasi sanguigni che trasportano il sangue dalle zone periferiche del nostro corpo (ad esempio gambe e braccia) al cuore, che lo spinge verso i polmoni per ossigenarlo e rimandarlo, attraverso le arterie, a tutte le cellule carico di nutrienti.
Il sistema venoso è l’insieme di vasi sanguigni che trasportano il sangue dalle zone periferiche del nostro corpo (ad esempio gambe e braccia) al cuore, che lo spinge verso i polmoni per ossigenarlo e rimandarlo, attraverso le arterie, a tutte le cellule carico di nutrienti.
Il sistema venoso degli arti è suddiviso in:
Le vene hanno al loro interno delle valvole a forma di semiluna, importantissime perché hanno il compito di veicolare il flusso sanguigno nella direzione corretta (verso il cuore), impedendo di fatto che il sangue refluisca verso il basso. Queste valvole si aprono appena il sangue viene spinto verso l’alto in direzione del centro del corpo, contro la gravità, e si chiudono nell’istante in cui il sangue si arresta, tendendo a scorrere all’indietro.
Consigli per mantenere efficiente e in salute il sistema venoso
Avere uno stile di vita sano ed evitare gli eccessi, contribuisce a mantenere un buono stato di salute generale. Ci sono degli accorgimenti specifici che ci aiutano a “dare una marcia in più” al nostro sistema venoso. I fattori di rischio su cui possiamo agire da subito per prevenire le patologie del sistema venoso (e circolatorio) sono quelli che già ben conosciamo tutti:
Alimentazione
Un’alimentazione regolare, bilanciata, ricca di fibre, vitamine e minerali è consigliata. Il consiglio è quello di seguire la nostra dieta mediterranea (che è anche diventata patrimonio Unesco) facendo attenzione a mangiare 5 porzioni di frutta e verdura al giorno.
Ci sono alcuni elementi che ci aiutano più di altri a mantenere il sangue fluido, perché contribuiscono a far scendere il tasso di colesterolo e trigliceridi nel sangue.
- Omega-3 che abbassano i livelli di lipidi e sono antinfiammatori.
- Acido Folico, utile alla replicazione cellulare.
- Vitamina B6 che aiuta a metabolizzare gli amminoacidi
- Vitamina B12, che aiuta a sviluppare globuli rossi e a metabolizzare gli acidi grassi
Anche l’acqua è molto importante per il benessere del sistema circolatorio, aiuta il cuore a pompare più facilmente il sangue attraverso i vasi sanguigni e a regolare la pressione sanguigna. Il consiglio è di bere dai 6 agli 8 bicchieri di acqua al giorno (circa 2 litri) per mantenere il proprio corpo ben idratato e godere dei benefici.
Sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità sono pubblicati i consigli utili per seguire una dieta sana e bilanciata che vi invitiamo ad approfondire.
Attività fisica
Non è necessario essere degli atleti per mantenere uno stile di vita sano.
L’attività fisica, anche moderata aiuta moltissimo, perché contribuisce a migliorare la qualità della vita influendo positivamente sullo stato di salute (aiutando a prevenire e ad alleviare molte patologie croniche) e sul grado di soddisfazione personale (contribuendo a sviluppare rapporti sociali e aiutando il benessere psichico). L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato nel 2020 le Linee guida sull’attività fisica per restare in salute “Global recommendations on Physical activity for Health”.
- Per gli adulti (18 – 64 anni): almeno 150 minuti alla settimana di attività moderata o 75 di attività vigorosa (o combinazioni equivalenti delle due) in sessioni di almeno 10 minuti per volta, con rafforzamento dei maggiori gruppi muscolari da svolgere almeno 2 volte alla settimana
- Per gli anziani (dai 65 anni in poi): le indicazioni sono le stesse degli adulti, con l’avvertenza di svolgere anche attività orientate all’equilibrio per prevenire le cadute.
A chi non ha la possibilità di seguire tutte le indicazioni, si consiglia di fare attività fisica almeno 3 volte alla settimana e di adottare uno stile di vita attivo adeguato alle proprie condizioni.
Patologie del sistema venoso
Cause e sintomi
Quando si parla di patologie del sistema venoso generalmente si intende un’alterazione della struttura venosa che comporta un’anomalia del normale flusso sanguigno.
Le cause più frequenti sono: la familiarità, il sovrappeso, la gravidanza, i lavori che comportino una prolungata stazione eretta (per esempio negozianti, cuochi, camerieri, banconieri ecc.) oppure la prolungata stazione seduta (autisti, impiegati ecc.).
Altri fattori che incidono attivamente sono: l’esposizione frequente a fonti di calore, uno scorretto appoggio plantare, la stipsi cronica, le malformazioni vascolari, precedenti trombosi venose.
È capitato a tutti, anche più volte nella vita, di sentire le gambe stanche e pesanti, magari dopo aver passato la giornata in piedi o dopo un’intensa attività sportiva. Ci capita soprattutto d’estate quando le vene, per effetto delle temperature più alte, tendono a dilatarsi. Nella maggior parte dei casi, con il riposo notturno, questi sintomi passano da soli. Ci sono però altri casi in cui sono persistenti e alla sensazione di stanchezza e pesantezza si aggiungono: crampi notturni, prurito, senso di calore e bruciore, per citare i sintomi più tipici. Questi segnali ci indicano che potremmo essere di fronte ad un disordine della circolazione venosa caratterizzato da un difficoltoso ritorno del sangue dagli arti al cuore.
I sintomi a cui prestare attenzione e che potrebbero indicare una malattia venosa cronica sono: teleangectasie e venulectasie, varici visibili e palpabili, pesantezza e stanchezza degli arti inferiori, crampi notturni, edemi declivi, prurito, dolore fino alla claudicazione venosa, ipodermite, pigmentazioni cutanee, eczemi varicosi, varicorragie, ulcere.
Quando si parla di patologie del sistema venoso generalmente si indica il fatto che le vene non funzionino correttamente, provocando un’anomalia nel normale flusso sanguigno.
Le cause più frequenti sono: la familiarità, l’ortostatismo prolungato (stare in piedi per tante ore), l’essere in sovrappeso, le gravidanze, i lavori pesanti che comportino una prolungata stazione eretta (per esempio negozianti, cuochi, camerieri, banconieri ecc.) oppure la prolungata stazione seduta (autisti, impiegati ecc.).
Altri fattori che incidono attivamente sono: Esposizione frequente a fonti di calore, L’abitudine ad assumere posizioni scorrette, Una postura dei piedi scorretta Calzature che ostacolano il flusso sanguigno nell’area plantare, Stipsi cronica, Malformazioni vascolari, Precedenti trombosi venose.
È capitato a tutti, anche più volte nella vita, di sentire le gambe stanche e pesanti, magari dopo aver passato la giornata in piedi o dopo un’intesa attività sportiva. Ci capita soprattutto d’estate, quando le vene, per effetto delle temperature più alte, tendono a dilatarsi. Nella maggior parte dei casi, con il riposo notturno, questi sintomi passano da soli. Ci sono però altri casi in cui sono persistenti e alla sensazione di stanchezza e pesantezza si aggiungono: crampi notturni, prurito, senso di calore e bruciore, per citare i più tipici. Questi segnali ci indicano che potremmo essere di fronte ad un disordine della circolazione venosa caratterizzato da un difficoltoso ritorno del sangue dagli arti al cuore.
I sintomi a cui prestare attenzione e che potrebbero indicare una malattia venosa cronica sono: Teleangectasie e venulectasie, Varici visibili e palpabili, Pesantezza e stanchezza degli arti inferiori, Crampi notturni, Edemi declivi, Prurito, Dolore fino alla claudicazione venosa, Ipodermite, Pigmentazioni cutanee, Eczemi varicosi, Varicorragie, Ulcere.
Principali Patologie del sistema venoso
Se non viene rilevato in tempo si può estendere ad ampi tratti dei vasi venosi fino all’addome, risalendo ai polmoni e provocando problemi molto gravi.
La Trombosi Venosa Profonda può presentarsi dopo: lunghi periodi a letto, interventi chirurgici, fratture, in caso di malattie oncologiche durante la chemioterapia, mentre si assume la pillola anticoncezionale. Nei casi più rari, a causa di malattie genetiche che alterano la normale coagulazione sanguigna o come complicanza di tromboflebite in malattia varicosa. I sintomi sono gonfiore della gamba, dolore intenso, arrossamento della pelle e difficoltà a camminare.
La diagnosi viene fatta con EcoColorDoppler agli arti inferiori e la terapia consiste in anticoagulanti e uso di opportune calze elastiche.
La Trombosi Venosa Superficiale può interessare anche solo delle varicosità isolate ed i sintomi sono dolore, intenso arrossamento dei vasi interessati, infiammazione, formazione di indurimento delle vene.
La diagnosi viene fatta, anche in questo caso, con EcoColorDoppler agli arti inferiori e la terapia consiste in anticoagulanti e uso di calze elastiche.
La trombosi detta “del viaggiatore” o “sindrome della classe economica” si manifesta in occasione di viaggi di lunga durata o per chi è pendolare, a causa del mantenimento per lungo periodo della stessa posizione.
Quando stiamo seduti le vene vengono schiacciate e devono lavorare maggiormente per pompare il sangue dalle gambe al cuore. Questo può causare la formazione di un trombo e quindi la Trombosi Venosa Profonda o Superficiale.
Alcuni accorgimenti possono aiutarci a prevenire la Sindrome della Classe Economica, ad esempio: bere molta acqua, evitare di fumare, evitare l’assunzione di caffè o bevande alcoliche sia prima che durante il volo, evitare di accavallare le gambe, camminare lungo la cabina quando possibile, alzarsi dal posto e distendere braccia e gambe, eseguire degli esercizi per piedi e gambe, evitare di indossare abiti aderenti ma comodi.
Largamente raccomandato è l’uso di calze elastiche che grazie ad un lavoro di compressione graduata apportano beneficio alle gambe.
Sistema venoso e Gravidanza
Durante la gravidanza, il corpo della donna vive molti cambiamenti e alcuni mettono a dura prova l’organismo sin dal primo trimestre di gestazione. Uno dei cambiamenti riguarda la circolazione sanguigna che può portare alla comparsa di vene varicose o di teleangectasie negli arti inferiori.
Le varici in gravidanza si sviluppano principalmente nella zona dei glutei, dell’inguine, delle cosce e delle gambe, è bene precisare che non comportano rischi relativi alla gravidanza in sé e al bambino, ma possono sfociare in complicazioni come la tromboflebite (l’occlusione e l’infiammazione della vena varicosa causata dalla formazione di un trombo dentro la vena).
Con alcuni accorgimenti si può evitare la comparsa delle varici, o perlomeno tenerle sotto controllo. Fermo restando che è sempre fondamentale mantenere uno stile di vita sano, dedicando del tempo ogni giorno all’attività fisica e seguendo un’alimentazione corretta, ci sono alcuni consigli più specifici:
1_ Usare il cuscino da gravidanza durante la notte, che aiuterà a non dormire a pancia in su. La posizione migliore in gravidanza è sul fianco sinistro per non comprimere la vena cava inferiore che drena il sangue venoso dell’addome, delle pelvi e delle gambe. Altro consiglio è dormire con i piedi leggermente rialzati rispetto al resto del corpo (sono sufficienti alcuni centimetri, circa 4)
2_ Evitare scarpe senza tacco o troppo alte (cioè superiore ai 5 centimetri)
3_ Evitare sbalzi di temperatura eccessivi, sauna, bagno turco, esposizione al sole nelle ore più calde o in generale senza protezione.
4_ Evitare di stare troppo tempo sedute o in piedi ferme, nel caso sia necessario è meglio indossare le calze elastiche e dedicare qualche momento ad esercizi specifici per la riattivazione della circolazione.
In gravidanza le calze elastiche a compressione graduata aiutano il flusso venoso, rallentano l’aggravamento delle vene varicose e riducono i sintomi (dolore, pesantezza, bruciore, gonfiore). In generale, rivolgersi ad un flebologo prima della gravidanza è importante per comprendere se c’è una predisposizione alla malattia venosa e di conseguenza stabilire un percorso di prevenzione da mettere in atto.
Durante la gravidanza, il corpo della donna vive molti cambiamenti e alcuni mettono a dura prova l’organismo sin dal primo trimestre di gestazione. Uno dei cambiamenti riguarda la circolazione sanguigna che può portare alla comparsa di vene varicose o di teleangectasie negli arti inferiori.
Le varici in gravidanza si sviluppano principalmente nella zona dei glutei, dell’inguine, delle cosce e delle gambe, è bene precisare che non comportano rischi relativi alla gravidanza in sé e al bambino, ma possono sfociare in complicazioni come la tromboflebite (l’occlusione e l’infiammazione della vena varicosa causata dalla formazione di un trombo dentro la vena).
Con alcuni accorgimenti si può evitare la comparsa delle varici, o perlomeno tenerle sotto controllo. Fermo restando che è sempre fondamentale mantenere uno stile di vita sano, dedicando del tempo ogni giorno all’attività fisica e seguendo un’alimentazione corretta, ci sono alcuni consigli più specifici:
1_ Usare il cuscino da gravidanza durante la notte, che aiuterà a non dormire a pancia in su. La posizione migliore in gravidanza è sul fianco sinistro per non comprimere la vena cava inferiore che drena il sangue venoso dell’addome, delle pelvi e delle gambe. Altro consiglio è dormire con i piedi leggermente rialzati rispetto al resto del corpo (sono sufficienti alcuni centimetri, circa 4)
2_ Evitare scarpe senza tacco o troppo alte (cioè superiore ai 5 centimetri)
3_ Evitare sbalzi di temperatura eccessivi, sauna, bagno turco, esposizione al sole nelle ore più calde o in generale senza protezione.
4_ Evitare di stare troppo tempo sedute o in piedi ferme, nel caso sia necessario è meglio indossare le calze elastiche e dedicare qualche momento ad esercizi specifici per la riattivazione della circolazione.
In gravidanza le calze elastiche a compressione graduata aiutano il flusso venoso, rallentano l’aggravamento delle vene varicose e riducono i sintomi (dolore, pesantezza, bruciore, gonfiore). In generale, rivolgersi ad un flebologo prima della gravidanza è importante per comprendere se c’è una predisposizione alla malattia venosa e di conseguenza stabilire un percorso di prevenzione da mettere in atto.